La tutela del risparmio non può esserci se non c’è educazione finanziaria. C’è una stretta interdipendenza tra i due concetti che va necessariamente approfondita. La mancanza di conoscenza in campo finanziario, infatti, è una delle ragioni che portano le persone a compiere investimenti dannosi per i loro risparmi.
Cos’è l’alfabetizzazione finanziaria e perché è importante?
La vita di ciascuno di noi è fatta di scelte, ma sono quelle di tipo finanziario le più delicate e importanti poiché riguardano il nostro denaro e il suo impiego. Ognuno di noi possiede un certo livello di alfabetizzazione finanziaria che determina in che modo utilizziamo i nostri risparmi ed è più o meno consapevole di cosa comporta una attività di investimento.
L’alfabetizzazione finanziaria indica quel bagaglio di conoscenze che consente al risparmiatore di adottare una corretta gestione delle proprie finanze. La cultura finanziaria include ad esempio la comprensione di come funziona un conto corrente, come utilizzare una carta di credito, qual è la differenza tra debiti buoni e debiti cattivi, come ottenere un mutuo e molti altri concetti appartenenti al mondo finanziario.
Come puoi ben capire, l’alfabetizzazione finanziaria ha un ruolo fondamentale per qualsiasi risparmiatore, perché gli consente di gestire nel modo giusto le diverse situazioni di debito. Difatti, molto spesso chi mostra un basso livello di educazione finanziaria ha problemi ad arrivare alla fine del mese ed è maggiormente esposto a situazioni problematiche dal punto di vista finanziario, come la bancarotta o il pignoramento.
Qual è il livello di educazione finanziaria degli italiani? Una recente indagine pone l’Italia all’ultimo posto
In
Italia i risparmiatori hanno
scarsa educazione finanziaria e questo ha un impatto frenante sulla ripresa economica. Il Bel Paese, purtroppo si classifica all’ultimo posto tra i
Paesi del G20 con un punteggio di
3,5 su 9.
A dirlo è un’indagine condotta da
Aviva Assicurazioni e
The European House-Ambrosetti nell’ambito del
Global Attractiveness Index 2020. Il focus del lavoro di ricerca è proprio l’
educazione finanziaria e ha lo scopo di esaminare il livello di comprensione dei concetti basilari di finanza, necessari per compiere scelte finanziarie responsabili.
Nell’ambito della ricerca, quando ci si riferisce al concetto di
educazione finanziaria vengono presi in considerazione 3 temi fondamentali: comprensione della
differenza tra tasso di interesse semplice e composto, cos’è inflazione e i benefici della
diversificazione del portafoglio.
I risultati purtroppo non sono molto positivi. L’indagine infatti rivela che
meno della metà dei soggetti intervistati è in grado di calcolare un tasso di interesse semplice, mentre solo
il 37 % è a conoscenza dei benefici della diversificazione in merito all'acquisto di una gamma diversificata di titoli e azioni.
La conferma del trend negativo appena descritto arriva dal coordinatore del progetto di ricerca
Global Attractiveness Index Diego Begnozzi che si esprime in questi termini:
«L’Italiano medio investe poco e si informa anche meno. Difficile dire se alla base c’è lo scarso interesse o l’assenza di incentivi. Di certo, quello che appare è che, salvo casi molto specifici, è difficile far capire alle famiglie italiane i vantaggi di un investimento responsabile e informato».
Le conseguenze di questo scenario, sottolinea lo studio, produce
liquidità in sovrabbondanza e
penalizza i mercati finanziari.
Ma non solo. La troppa liquidità accumulata viene inevitabilmente esposta al
rischio svalutazione, a causa dell’
inflazione. Se vuoi capire in che modo il tuo denaro accumulato sul conto corrente perde di valore nel tempo leggi il nostro articolo
Gestione risparmi: perché tenere il denaro fermo sul conto corrente è sconsigliato.
Secondo una stima realistica i risparmiatori che negli ultimi 15 anni hanno preferito non investire, ma “proteggere” il propri risparmi, hanno subito una
perdita pari al 30% della ricchezza reale, che invece sarebbe stata mantenuta grazie all’attività di investimento.
I risparmiatori italiani utilizzano di rado, o per nulla, gli strumenti di investimento.
Secondo recenti dati di
Banca d’Italia sono
18,5 milioni le famiglie che non fanno ricorso agli strumenti finanziari. L’ultimo rapporto della Consob ne mostra le ragioni: il 6
3% della popolazione non si fida degli intermediari finanziari, l’
80% sceglie il “fai da te”, anche affidandosi a consigli di amici e il
28% della popolazione sovrastima la propria cultura finanziaria.
Per superare i periodi di crisi occorre una solida educazione finanziaria
Se avere un’educazione finanziaria è utile in tutte le fasi della propria vita, è altrettanto vero che questo può rivelarsi decisivo nell’affrontare le situazioni di crisi economica.
In un report pubblicato ad inizio Luglio 2020 “Emergenza COVID-19: gli italiani tra fragilità e resilienza finanziaria” dal Comitato Edufin e dalla Doxa società di ricerche e analisi di mercato è stato dimostrato come le difficoltà scaturite dal periodo dell’emergenza Covid-19 siano state amplificate dalla scarsa conoscenza degli italiani nei confronti delle tematiche finanziarie.
I dati emersi non sono affatto incoraggianti: 6 famiglie su 10 non riescono ad arrivare a fine mese, 3 italiani su 10 non riescono a reperire capitale per far fronte ad una qualsiasi situazione di emergenza e il 63% degli intervistati, con un basso livello di cultura finanziaria, ha difficoltà ad arrivare a fine mese.
Lo scopo dell’indagine era quella di dimostrare come una solida educazione finanziaria possa fare davvero la differenza, consentendo alle persone di affrontare le difficoltà economiche con maggiore consapevolezza e serenità. Infatti, chi mostrava di esserne in possesso, ovvero il 49,5 %, ha dichiarato di essere capace di affrontare una spesa improvvisa di 2mila euro.
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