La bassa alfabetizzazione economica tra i giovani italiani rappresenta un problema significativo per il futuro del Paese. La mancanza di competenze finanziarie di base può influire negativamente sulla capacità dei giovani di prendere decisioni consapevoli in ambito economico, sia personale che professionale. In particolare, le ragazze appaiono le più svantaggiate in questo ambito.
Questo è uno dei risultati principali dell'ultima indagine Ocse Pisa sulla "financial literacy", che ha coinvolto quasi centomila studenti provenienti da 20 Paesi, tra cui 6200 ragazzi italiani di 343 scuole superiori. La situazione risulta preoccupante: sebbene gli studenti italiani abbiano fatto progressi rispetto alla prima rilevazione del 2012, continuano a rimanere al di sotto della media Ocse e si posizionano tra gli ultimi in Europa, con un punteggio di 484 punti, superando solo la Bulgaria. Ma andiamo nel dettaglio a vedere le differenze.
La disparità di competenze finanziarie tra ragazzi e ragazze evidenziata dall'indagine è preoccupante, poiché riflette una realtà in cui le giovani donne, pur avendo un atteggiamento più prudente verso il denaro, non possiedono le conoscenze necessarie per gestirlo efficacemente. Questa situazione può avere radici culturali e sociali, dove stereotipi di genere e una minore esposizione all'educazione finanziaria contribuiscono a creare un divario significativo.
Inoltre, il disagio delle ragazze nelle questioni finanziarie emerge anche nelle discussioni familiari. Questo indica che il problema non è solo educativo, ma anche di comunicazione e coinvolgimento nelle decisioni economiche domestiche. È essenziale promuovere un'educazione finanziaria inclusiva e sensibile alle differenze di genere, per garantire che tutti i giovani abbiano le competenze necessarie per navigare nel complesso mondo delle finanze personali e professionali.
Il divario con altri Paesi è alquanto rilevante. La partecipazione dei giovani italiani alla gestione delle finanze personali è molto inferiore rispetto ai loro coetanei internazionali e rappresenta una grossa preoccupazione per il futuro economico del Paese. Nei Paesi Ocse, quasi due ragazzi su tre (63%) possiedono un conto in banca o postale, mentre in Italia solo il 37% dei giovani ne ha uno. La differenza è marcata anche nell'uso delle carte prepagate, utilizzate dal 62% degli adolescenti Ocse rispetto al 29% degli italiani.
La bassa percentuale di giovani italiani con un conto in banca o postale e l'uso limitato delle carte prepagate evidenziano una scarsa familiarità con gli strumenti finanziari di base, che sono essenziali per sviluppare competenze economiche solide. Questa mancanza di coinvolgimento non solo riduce le opportunità di apprendimento pratico delle nozioni finanziarie, ma può anche limitare l'autonomia e la capacità dei giovani di prendere decisioni economiche informate. Un maggiore impegno in questo senso potrebbe contribuire a creare una generazione di cittadini più consapevoli e preparati ad affrontare le sfide economiche future.
Uno degli aspetti più allarmanti è la scarsa presenza di studenti con elevate competenze finanziarie. In Italia, solo il 5% degli alunni raggiunge il livello massimo di competenza finanziaria, rispetto a una media Ocse dell'11%. Il problema non risiede tanto nella percentuale di studenti con basse competenze finanziarie, che si attesta intorno al 18%, in linea con la media Ocse, quanto piuttosto nella mancanza di studenti eccellenti in questa materia. La mancanza di eccellenza in questo campo può avere conseguenze significative a lungo termine, poiché gli individui con competenze finanziarie avanzate sono spesso coloro che diventano leader economici, innovatori e decision-makers.
La capacità di comprendere e gestire le finanze in modo sofisticato è cruciale in un'economia globalizzata e complessa. La carenza di studenti eccellenti in ambito finanziario suggerisce che il sistema educativo italiano potrebbe non fornire le opportunità e le risorse necessarie per sviluppare tali competenze ad alti livelli. È fondamentale investire in programmi di educazione finanziaria avanzata e offrire supporto e incentivazione agli studenti con potenziale, per creare una base solida di futuri esperti in economia e finanza. Un approccio mirato potrebbe includere attività pratiche, esperienze reali e corsi specializzati che stimolino l'interesse e la competenza degli studenti in questo campo essenziale.
Un altro elemento che emerge dall'indagine è la mancanza di un'educazione economica adeguata nelle scuole italiane, in particolare nei licei, che rappresenta una significativa lacuna nel sistema educativo nazionale.
Nei licei, escluso il Liceo Economico Sociale (LES), l'educazione economica è spesso trascurata, privando gli studenti delle conoscenze essenziali per comprendere e navigare il mondo finanziario. Questo gap formativo può avere ripercussioni negative sul loro futuro, limitando le competenze necessarie per gestire le finanze personali e professionali in modo efficace.
Il recente tentativo fallito di introdurre un liceo del Made in Italy, invece di rafforzare l'educazione economica, ha rischiato di distogliere l'attenzione dal LES, che rimane l'unica istituzione a offrire una formazione economica strutturata. È fondamentale ripensare le politiche educative per garantire che tutti gli studenti abbiano accesso a un'educazione economica di qualità, integrando le competenze finanziarie nei curriculi di tutti i licei.
Solo attraverso una solida formazione economica si possono preparare i giovani ad affrontare le sfide economiche future, contribuendo allo sviluppo di una società più consapevole e competente.
Un ultimo dato da non sottovalutare è che l'indagine Ocse Pisa sulla "financial literacy" ha coinvolto un numero inferiore di Paesi rispetto alla tradizionale rilevazione sulle competenze di base in italiano, matematica e scienze, che conta oltre 80 Paesi partecipanti, limitando così la comparabilità dei risultati e la comprensione globale della competenza finanziaria tra i giovani.
All'appello sono risultati assenti, infatti, Paesi come Francia, Germania e Regno Unito, che hanno scelto di non partecipare. L'assenza di questi Paesi influenti rappresenta una lacuna significativa, poiché questi Paesi avrebbero potuto fornire dati preziosi e benchmark utili per un confronto internazionale più completo. Questa situazione potrebbe influire sulla percezione dell'importanza dell'educazione finanziaria e sulla volontà di investire risorse in questo ambito.
È cruciale incentivare una partecipazione più ampia e inclusiva alle future rilevazioni, per ottenere una visione più rappresentativa e dettagliata dello stato della financial literacy a livello globale. Solo attraverso un'analisi comparativa estesa e diversificata si possono sviluppare strategie educative efficaci e politiche mirate a colmare le lacune esistenti, migliorando così le competenze finanziarie dei giovani in tutto il mondo.
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26/10/2022
29/07/2020
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