L’asset allocation è una strategia che consente di ripartire il portafoglio di un investitore su diverse categorie di investimento in base alle sue specifiche esigenze in termini di rapporto rischio-rendimento.
Nel post di oggi andremo ad approfondire questo concetto, focalizzandoci in particolare sulle modalità di attuazione della strategia e su come sia possibile adeguarla alle caratteristiche e alle aspettative di ciascun investitore.
Cos’ha a che fare tutto questo con il crowdfunding immobiliare? In linea di principio, l’asset allocation prevede che una parte del portafoglio venga destinata anche agli investimenti immobiliari. A questo riguardo, vedremo come il crowdfunding possa rivelarsi un’ottima soluzione e una valida alternativa rispetto ai classici fondi immobiliari.
Dicevamo che l’asset allocation è una strategia attraverso la quale è possibile determinare come distribuire un capitale tra le diverse categorie di investimento (ad esempio azioni, obbligazioni, prodotti derivati, eccetera).
L’obiettivo è quello di implementare una strategia di investimento che si avvicini quanto più possibile alle esigenze dell’investitore in termini di rendimento, preferenze e inclinazioni, oltre che di propensione al rischio.
Le categorie di investimento a cui abbiamo accennato poco fa vengono definite asset class. In linea di principio, queste si distinguono principalmente sul piano del rendimento atteso e del rischio ad esse associato.
Ad esempio, le obbligazioni vengono generalmente considerate meno rischiose delle azioni. Le prime sono infatti dei prestiti che la società emittente dovrà rimborsare all’investitore a una data scadenza e, a differenza delle azioni, la loro esposizione alla volatilità che si può riscontrare sui mercati finanziari è limitata. Inoltre, il prestito viene sempre rimborsato alla scadenza al cento per cento del suo valore nominale, salvo che la società emittente non fallisca nel frattempo.
D’altra parte, le obbligazioni presentano un rendimento atteso inferiore a quello delle azioni. Di conseguenza, le prime saranno maggiormente presenti all’interno del portafoglio di un investitore conservativo, mentre troveranno meno spazio all’interno di un portafoglio orientato alla crescita.
Le principali asset class includono, come detto, azioni e obbligazioni, ma anche strumenti del mercato monetario come i depositi a termine. Troviamo poi gli investimenti immobiliari (generalmente sottoforma di fondi) e i cosiddetti investimenti alternativi (ad esempio prodotti derivati, metalli preziosi…).
L’asset allocation strategica è sostanzialmente quella a cui abbiamo fatto riferimento finora. Si tratta appunto di ripartire il capitale tra diverse asset class assegnando a ciascuna il proprio peso in base alle specifiche esigenze dell’investitore in termini di rapporto rischio-rendimento. Rispecchiando il profilo dell’investitore, viene definita per il lungo periodo.
Per asset allocation tattica si intendono invece le correzioni che potrebbero essere apportate alla strategia definita nel lungo periodo tenendo conto delle particolari dinamiche che caratterizzano i mercati nel breve e medio termine. Quando ad esempio i mercati azionari non vanno particolarmente bene, è possibile aggiustare il tiro e ridurre la quota azionaria per limitare le perdite. Oppure, se un certo settore o mercato geografico viene valutato come molto promettente, allora sarà possibile aumentare l’esposizione verso quel settore o mercato.
L’asset allocation può essere ovviamente personalizzata in base alle aspettative di ciascun investitore. Detto questo, esistono dei modelli di riferimento concepiti per soddisfare le diverse esigenze in termini di rendimento atteso e contenimento del rischio:
· Strategia conservativa. Qui l’obiettivo principale è la conservazione del capitale e quindi tenderà a prevalere la quota obbligazionaria. La ripartizione del capitale potrebbe essere indicativamente questa: 55% obbligazioni, 20% azioni, 10% investimenti immobiliari e alternativi, 15% liquidità.
· Strategia bilanciata. In questo caso, si punta a trovare il giusto equilibrio tra prospettive di crescita e contenimento del rischio. Ripartizione del capitale indicativa: 35% obbligazioni, 45% azioni, 10% investimenti immobiliari e alternativi, 10% liquidità.
· Strategia orientata alla crescita. L’investitore orientato alla crescita del proprio capitale è disposto ad assumersi un rischio maggiore a fronte di un rendimento atteso più elevato. Ripartizione indicativa: 15% obbligazioni, 65% azioni, 10% investimenti immobiliari e alternativi, 10% liquidità.
Come abbiamo visto poco fa, in tutti i modelli più classici di asset allocation è prevista anche una quota da destinare agli investimenti immobiliari. In questo modo è infatti possibile ottenere una diversificazione ottimale, che potrà poi comunque essere adeguata in base al contesto e alle specifiche esigenze di ciascun investitore. Con particolare riferimento al settore immobiliare, potrebbe valere la pena di aumentare l’esposizione quando il mercato è in espansione, oppure nei periodi in cui i mercati azionari sono soggetti a un’elevata volatilità e quindi a rischi maggiori.
Se ricordi, nei paragrafi precedenti abbiamo precisato che, spesso e volentieri, nell’ambito dell’asset allocation gli investimenti immobiliari vengono effettuati tramite dei fondi tematici. Gli investimenti immobiliari diretti non sono infatti alla portata di tutti, perché richiedono grandi capitali e nella maggior parte dei casi non consentirebbero di effettuare un’adeguata diversificazione.
A nostro modo di vedere, il crowdfunding immobiliare presenta lo stesso vantaggio dei fondi – ovvero quello di poter accedere a questo mercato anche con un capitale modesto – con in più la possibilità di esercitare un maggiore controllo sulla scelta delle singole operazioni finanziate.
Se un fondo viene gestito da specifiche società e, di conseguenza, i singoli investitori non hanno parola in causa sulla scelta delle operazioni immobiliari a cui verrà destinato il loro capitale, con il crowdfunding immobiliare possono selezionare in prima persona i progetti che andranno a finanziare e seguirne l’evoluzione fino alla scadenza.
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Ogni investimento comporta un rischio. Questo articolo è a scopo puramente informativo e non costituisce in alcun modo una consulenza finanziaria.
25/03/2021
10/01/2024
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