Nel 2020, il lungo stop della produzione, dei cantieri, degli uffici pubblici e privati, avrebbe dovuto rallentare notevolmente il settore immobiliare, e invece questo ha retto, registrando addirittura un aumento di oltre il 5% nell’erogato delle banche. Per il 2021 i segnali sono decisamente incoraggianti, tanto che potremmo essere di fronte a un nuovo boom immobiliare.
Ma vediamo che cosa dicono i dati.
Secondo l’indice Standard & Poor’s / Case – Shiller, l’immobiliare sta salendo a doppia cifra in molte città americane. I motivi sembrerebbero essere la crescita della richiesta di abitazioni spaziose nel timore di nuovi lockdown, e la scarsità di case di qualità rispetto alla domanda. Insomma, vendere case diventa sempre più veloce e i prezzi sono in ascesa.
Il dato complessivo di aprile 2021 è un +14.6% sull’anno precedente, e si tratta della maggiore crescita dal 1988. In alcune città, come Phoenix, San Diego e Seattle, si registrano crescite da record superiori al 20%. A Phoenix l’aumento è al ventitreesimo mese consecutivo.
Nel 2020, nonostante la pandemia, Los Angeles ha registrato una vera e propria impennata nelle compravendite di lusso, cresciute del 26%, con un aumento dei prezzi nel settore “prime”, che stanno continuando a salire per la mancanza di offerta. Nel 2020 inoltre, un basso tasso di interesse sui mutui (ora in crescita) ha spinto anche i milionari ad accaparrarsi liquidità a basso costo: gli acquisti in contante sono passati dal 41% al 20%.
Anche in Italia i dati sono molto incoraggianti.
In particolare, secondo la rilevazione periodica dell’agenzia delle entrate, le vendite del primo trimestre 2021 sono aumentate del 38% rispetto allo stesso periodo del 2020. È vero che il primo trimestre 2020 è finito l’8 marzo per via del lockdown, tuttavia, anche paragonando i primi due mesi del 2020 con i primi due mesi del 2021, la crescita è stata del 17%.
Per quanto riguarda gli investimenti, l’immobiliare trainato dalla pandemia ha fatto registrare un aumento medio dei valori di oltre il 5%, a fronte del calo del 6% sulla capitalizzazione di mercato di Piazza Affari.
Un dato che è importante sottolineare è che alcuni segmenti crescono più di altri. Per esempio, per quanto riguarda il residenziale, le compravendite nei comuni minori, non capoluoghi di provincia, crescono a un ritmo particolarmente sostenuto, con un + 43% rispetto al primo trimestre 2020.
Si registra anche un forte incremento delle compravendite delle seconde case, in cui molti (o perlomeno, chi può lavorare in modalità “smart”) intende vivere parte dell’anno: d’altronde il lockdown e semi lockdown dell’ultimo anno hanno comportato una contrazione dei consumi e grandi liquidità in deposito, da investire nel mattone che peraltro sta godendo di forti incentivi (come il superbonus 110%).
Inoltre, come negli States, si registra una maggiore vivacità nella fascia “alta” del mercato.
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Siamo decisamente in un momento d’oro per guadagnare con le case.
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