Stai pensando di investire i tuoi risparmi in maniera autonoma o tramite un consulente? Ottima idea! Tenere i soldi in deposito non è sufficientemente remunerativo!
Tuttavia, per evitare delusioni, devi sapere che spesso gli investimenti prevedono dei costi, non sempre comunicati in maniera trasparente.
Ricorda che anche costi ordinari e non necessariamente “nascosti” possono incidere sul rendimento.
Ecco allora una carrellata dei costi principali degli investimenti, che ti servirà per calcolare più realisticamente il tuo guadagno e quindi per valutare la scelta degli strumenti finanziari che comporranno il tuo pacchetto.
Alcuni strumenti finanziari prevedono dei costi di sottoscrizione, da corrispondere in fase di apertura. Alcuni esempi? Il costo di iscrizione a una piattaforma di trading, il compenso di un intermediario, il costo di commercializzazione di un fondo.
Vi sono poi le commissioni di gestione, che in alcuni investimenti rappresentano il costo più elevato, quello cioè che potrebbe erodere il rendimento: sono le spese operativo di un fondo e /o il compenso dell’intermediario, per esempio la banca, il consulente, l’assicuratore.
Possono essere previsti anche costi di uscita, costi di negoziazione, costi di “switch” da un fondo a un altro, commissioni legate al rendimento.
Alle spese specifiche, legate allo strumento scelto, vi sono poi da aggiungere le imposte: ad esempio depositi e libretti di risparmio prevedono un imposta di bollo.
E fin qui, abbiamo parlato dei costi noti.
Ma attenzione, perché potresti anche imbatterti in costi “nascosti”, comunicati cioè in maniera non trasparente, magari in piccolo tra le decine di voci presenti nei Terms and Conditions, già complessi di per sé. Naturalmente questo è illegale.
Infatti, ci sono precise normative di riferimento: la normativa Mifid e II e le disposizione di Consob e Banca d’Italia. Gli enti a cui fare riferimento sono ESMA, Autorità Europea Mercati e Strumenti Finanziari, e Consob, l’Autorità di vigilanza.
L’investitore è tenuto comunque a leggere con attenzione ogni singola voce contrattuale. È consigliabile anche verificare la reputazione della piattaforma o promotore con cui ci si accinge ad investire.
Partecipare a un’operazione immobiliare su Rendimento Etico non prevede oneri operativi, gestionali, di apertura a carico del prestatore. Sono le società proponenti a corrispondere una quota alla piattaforma.
Per il prestatore non è previsto nessun costo extra se non le imposte vigenti.
Non solo. Rendimento Etico è l’unica piattaforma sul mercato con un Manifesto Etico che le società proponenti sono tenute a sottoscrivere. Questo significa che una quota del margine degli operatori sia devoluto a un fondo etico; e inoltre, quando l’operazione ha per oggetto un immobile su cui grava una situazione debitoria l’imperativo è quello di fornire un aiuto concreto che, ove possibile, consiste nell’azzeramento del debito per la persona o la famiglia coinvolta.
In questo modo, Rendimento Etico ha cancellato debiti per milioni di euro, grazie al suo team di avvocati e negoziatori.
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