È sotto gli occhi di tutti, e anche dell’Europa, di come non si possa più fare a meno di contrastare il cambiamento climatico, anche e soprattutto attraverso la transizione a un’economia climaticamente neutra.
Ci troviamo infatti in un momento di difficile equilibrio tra riduzione degli investimenti sugli idrocarburi e accresciuto fabbisogno energetico di enormi aree che, con lo sviluppo economico, stanno sperimentando nuovi stili di vita. Appare dunque necessaria l’accelerazione degli investimenti verso le fonti rinnovabili, ed è verosimile che questa accelerazione partirà dall’Europa per poi arrivare a riguardare tutte le economie occidentali.
Secondo l’Unione Europea, la transizione a un’economia low carbon, in cui l’impatto ambientale risulta diminuito, costerà 180 miliardi di euro all’anno, che consteranno di fondi pubblici ma anche di capitali privati.
L’esigenza di valutare la sostenibilità delle imprese e orientare gli investimenti è dunque sempre più pressante: in questo contesto la tassonomia europea nasce per fornire linee guida chiare e condivise, in una jungla in cui potenzialmente tutto può auto-definirsi “green”.
L’importanza di queste linee guida si può evincere dal fatto che banche e fondi europei investono l’80% dei capitali in settori green, e questa percentuale è destinata ad aumentare.
La tassonomia è una classificazione delle attività economiche ecosostenibili, che orienti politica, investitori e impreseverso investimenti che siano davvero green, che contribuiscano cioè a ridurre il cambiamento climatico e che non impattino su altri obiettivi ambientali.
Le linee guida europee non costituiscono tuttavia requisiti obbligatori o criteri per la valutazione di performance.
Questi gli obiettivi ambientali delineati dalla tassonomia europea:
- mitigazione del cambiamento climatico;
- adattamento al cambiamento climatico;
- uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
- transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
- prevenzione e controllo dell’inquinamento;
- protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.
Un’impresa o un’attività saranno considerate eco-compatibili se contribuiscono ad almeno uno degli obiettivi di cui sopra; non impattano negativamente su uno o più obiettivi di cui sopra; sono svolte nel rispetto di garanzie sociali minime.
In questo scenario che si va lentamente delineandosi da alcuni anni, che impatto ha la guerra in Ucraina? L’impatto è ambivalente: da un lato la crisi energetica comportato un più lento abbandono delle fonti energetiche non rinnovabili; dall’altro la vulnerabilità energetica di molti paesi europei, tra cui il nostro, sta cominciando a mettere alle strette i decision maker circa la necessità di orientare gli investimenti verso realtà sostenibili.
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