Fintech: un neologismo che indica la fortunata unione di finanza e tecnologia. Due settori in uno. Entrambi sono tradizionalmente maschili.
I motivi della prevalenza maschile in alcuni settori professionali sono stati analizzati da centinaia di studi e ricerche di genere. Possono nascere in famiglia, quando ad esempio i genitori trasmettono aspettative, anche inconsce, ai figli; continuano nei percorsi di studi, con gli studi
STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) ancora a prevalenza maschile; e si perpetrano nella produzione culturale, quando vengono ad esempio proposti personaggi “rappresentativi” in cui l’esperto di tecnologia è un maschio, così come l’ingegnere o il bancario; mentre la maestra o la cameriera sono donne.
Un contesto che alimenta la percezione di “
boys club” di alcuni settori.
Ma le cose stanno cambiando, e molto.
Da un lato vi è una generale presa di consapevolezza da parte della società e, a seguire, anche di brand, media, produzione culturale.
Dall’altra assistiamo a un contesto lavorativo che sta evolvendo velocemente, a maggior ragione in quei settori, come il tech, dove la flessibilità è sempre stata una ragion d’essere, una caratteristica intrinseca.
Pertanto, a fronte di un crollo dell’occupazione femminile in molti settori dovuto alle circostanze socioeconomiche mondiali,
la nicchia del fintech vede le donne ritagliarsi spazi importanti.
Il settore è di per sé in forte crescita, in più la diffusione del remote working per determinate professioni, permette (in parte) la
conciliazione famiglia – lavoro che è sempre stato il principale ostacolo per l’occupazione femminile (perlomeno in un paese tradizionalista come l’Italia).
Ecco dunque che nel fintech, che sta rivoluzionando il mondo bancario, le donne emergono.
Secondo una ricerca Deloitte il settore è ancora a forte prevalenza maschile: nei primi sei mesi del 2020 le fondatrici di startup hanno raccolto 875 milioni di dollari di finanziamenti contro i 12 miliardi dei colleghi uomini. Tuttavia negli ultimi dieci anni,
le fintech fondate da donne sono cresciute a un ritmo superiore rispetto a quelle fondate dagli uomini.
Ecco quali sono
le 10 donne più influenti del settore secondo Fintech Magazine.
1. Anne Boden – CEO Starling Bank
Gallese di nascita, è la fondatrice e CEO di Starling Bank, quella che il Telegraph definisce “l’Amazon delle banche”. Con un forte background di studi tecnici (chimica e computer science), ha costruito la sua carriera nel mondo bancario, arrivando presto a fondare la sua banca, completamente online e decisamente user friendly. Ha ricevuto una tra le più importanti onorificenze del Regno Unito, ovvero The Most Excellent Order of the British Empire, per il suo importante apporto al mondo dei servizi fintech.
2. Cristina Junqueira – co-founder Nubank
Il suo soprannome è “la wonderwoman brasiliana del fintech”. Con un background di studi tecnici – ingegneristici e anni di consulenza nel mondo bancario, nel 2013, a soli 36 anni, ha fondato la banca online Nubank.
3. Jane Fraser – CEO Citigroup
Di origine scozzese, è stata partner di McKinsey & Company per dieci anni e ha scritto una pagina di storia divenendo la prima donna a dirigere una tra le principali banche di Wall Street.
4. Val Yap – fondatrice di PolicyPal
Nata nel 1988, è stata broker assicurativa e docente all’Università di Singapore ed è la fondatrice della startup PolicyPal, un’app gratuita per la gestione dei prodotti assicurativi attraverso un’unica dashboard.
5. Liu Yueting Lucy – co-founder Airwallex
A 24 anni è stata fondatrice di Airwallex, la più veloce startup australiana ad assurgere allo status di “unicorn”, ovvero a essere stimata di valore superiore a 1 miliardo di dollari.
6. Kathrin Petralia - President and co-founder of Kabbage Inc.
Laureata in letteratura inglese, ha sviluppato sin dai primi anni 90 un forte interesse e competenze verticali nel tech, collaborando con molte startup. Oltre ad aver fondato e a dirigere Kabbage, che fornisce soluzioni finanziarie per piccole imprese, compresi prestiti, ha fondato Care, che si ripropone di sconfiggere la povertà partendo dall’emporwerment di bambine e ragazze.
7. Zoe Adamovicz – founder e CEO Neufund
Imprenditrice seriale, ha cominciato a fondare imprese tech e finanziarie dal 2006. Oggi è CEO della piattaforma di Crowdfunding tedesca Neufund, 20 mln raccolti all’anno e 11.000 investitori attivi.
8. Judith Erving – CEO Grasshopper
Si è occupata di servizi tecnologici finanziarie per molte realtà per poi approvare come CEO a Grasshopper, la prima banca digitale degli States.
9. Shyama Rose – Head of IT Affirm
Da adolescente era un’hacker, è oggi diventata un punto di riferimento mondiale nell’ambito della sicurezza informatica.
10. Carla Ghosn - Head of Emerging Fintech VISA
Con competenze e forte esperienza nel settore IT, ma anche commerciale e finanziario, è approdata in Visa nel 2015, dove si occupa di innovazione.
Anche Rendimento Etico, una pietra miliare del mondo fintech italiano, è a guida femminile.
La
CEO Lucijana Lozancic, entrata in proprio nell’immobiliare a soli 19 anni, nel 2017 ha fondato con Andrea Maurizio Gilardoni Case Italia, leader nella gestione dei crediti immobiliari in sofferenza, e nel 2019 Rendimento Etico, che oggi conta oltre 20.000 investitori attivi e che nel 2020 si è confermata come la prima piattaforma di lending crowdfunding per finanziamenti erogati a imprese immobiliari.
Rendimento Etico è l’unica piattaforma di
crowdfunding immobiliare con una forte vocazione etica: infatti una parte dei finanziamenti raccolti alimenta un Fondo Etico e, nel caso delle operazioni nel mercato degli NPL, vi è un forte impegno verso le famiglie coinvolte.
Leggi il Manifesto Etico di Rendimento Etico.