Secondo i dati elaborati a giugno 2021 dalla Banca d’Italia, la ricchezza finanziaria degli italiani, ovvero l’ammontare di denaro investito in strumenti finanziari, vale 5.000 miliardi di euro, con un aumento di oltre 200 miliardi in deposito dallo scoppio della pandemia. Molti degli sforzi di governi e banche europee sono stati infatti indirizzati a salvaguardare i redditi e l’accesso al credito da parte delle imprese, con il risultato che la grave recessione è stata arginata - a fronte di una crescita importante del debito pubblico - e la ripresa produttiva è ricominciata a un buon ritmo.
L’aumento dei depositi riflette l’incertezza generale, che ha condotto al risparmio precauzionale, ma anche le limitazioni agli spostamenti e alle attività, che hanno condotto al risparmio forzato. Pertanto, per le famiglie non colpite direttamente dalla recessione, l’ultimo periodo è stato caratterizzato da un'accresciuta propensione al risparmio.
Il deposito come strumento d’investimento è cresciuto ulteriormente e rappresenta oggi il 28% della ricchezza.
Inoltre, è aumentata la quota di risparmio data in gestione alle assicurazioni: oggi strumenti assicurativi e fondi pensione privati sono ai loro massimi storici e coprono circa il 24% della ricchezza totale.
Azioni e partecipazioni in aziende (anche piccole e medie imprese non quotate, che rappresentano una grande fetta del tessuto imprenditoriale italiano), ammontano al 21% della ricchezza totale.
Le partecipazioni a fondi comuni di investimento coprono il 15% della ricchezza, mentre solo il 5% di questa è investita in obbligazioni.
Ben il 4% della ricchezza è costituito da banconote e monete e il restante 3% è investito in altre attività finanziarie.
In uno scenario di ripresa, che fa seguito a tre dure recessioni, il risparmio privato potrebbe rappresentare una fortissima spinta per il tessuto economico e produttivo. Le imprese italiane infatti continuano ad avere un accesso a limitati strumenti di finanziamento.
In un panorama di piccole e medie imprese, il crowdfunding si sta profilando come un sistema di finanziamento “dal basso” delle imprese locali. Infatti, il tessuto imprenditoriale italiano è costituitoprincipalmente da imprese non quotate in borsa e questo limita il finanziamento da parte dei risparmiatori privati attraverso l’acquisto di quote.
Tramite lending crowdfunding, il prestito da privati a imprese diventa una forma di investimento disintermediato per gli uni e una forma di finanziamento per gli altri, sganciato da logiche tradizionali non sempre abbastanza tempestive.
In particolare, per la famiglia, prestare risparmi a un’operazione di crowdfunding immobiliare rappresenta uno strumento d’investimento con un rendimento più elevato rispetto agli attuali rendimenti di depositi e obbligazioni.
Non da ultimo, Rendimento Etico si impegna fattivamente a rendere più equo il settore immobiliare più equo devolvendo fondi a progetti etici. Inoltre, alle società proponenti viene richiesto di osservare un manifesto etico che prevede, tra le altre cose, che le operazioni che hanno per oggetto immobili pignorati, prevedano un aiuto concreto alla famiglia indebitata. Rendimento Etico è a tutti gli effetti una rete di persone che migliora la vita alle persone.
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